Un conto è scriverne o parlarne, un conto è farla. La fotografia. Le parole che pretendono di esprimere giudizi, classificare e storicizzare le immagini prodotte - oramai milioni al giorno in tutto il mondo e tutte perfettamente dinamiche nell'attraversare qualunque frontiera - possiedono un'arbitrarietà autoriale che non sempre, anzi assai spesso, è frutto unicamente di freddi esercizi di imperio mediatico. Ma non può essere altrimenti. Il potere della parola risale alla notte dei tempi ed è tale da combattere ad armi pari solo con se stessa. Dal momento che con l'effluvio di immagini che invade costantemente e senza sosta, proprio come un fiume di parole, l'attenzione visiva di ciascun vivente, si pone un problema di linguaggio, cioè di comunicazione. Ci sarà di che scriverne e parlarne, d'ora in avanti. Conterei sull'integrazione il più possibile armonica tra i due linguaggi che, è ovvio, qui non s'intende in chiave multimediale. Scrivere con la luce, così si dice.