sabato 29 ottobre 2016

Quando con la fotografia si dialoga con il mondo.

Sono i luoghi che attraversiamo abitualmente ogni giorno, quelli che raggiungiamo con desiderio e quelli che fuoriescono dal cilindro magico della memoria ad animare la nostra voglia di vita. A ciascuno di essi corrisponde un paesaggio che non è composto soltanto di atomi luminosi, bensì di incessanti moti dello spirito. In codesto stato di tensione, prevalentemente emotiva, ci soccorre lo strumento fotografico, a catturare sotto forma di immagine quanto di sensato ci capiti di osservare. Il guaio è che tra noi, ben travestiti e sempre in agguato, ci sono tanti ladri di emozioni: i più idioti ed inutili della propria specie.

lunedì 17 ottobre 2016

Giornalismo Culturale pure questo?

La spudorata menzogna attraverso cui si vuol far passare un'operazione di pura compravendita per meritorio prestigio culturale (http://www.artribune.com/2016/10/italiani-in-trasferta-le-foto-di-giovanni-marinelli-a-marcinelle-per-i-60-anni-della-strage/)designa il frequente tranello cui vengono attirati anche i più prestigiosi operatori di Giornalismo Culturale da parte di ambiziosi e ben dotati - di danaro, è ovvio - predatori. Nel caso di specie, e ben oltre l'esplicito riferimento all'episodio già qui narrato (http://tempinfausti.blogspot.it/2016/10/confessioni-di-unpirla.html) e che riguarda direttamente chi scrive (http://fotoparadigmi.blogspot.it/2015/03/marcinelle-ma-belle-sont-des-mots-qui_23.html)andrebbe promossa, con rigorosa fermezza etico-morale, una puntuale risposta ai frequenti abusi di ruolo, autorità e potere nel sistema cultural-mediatico. Tuttavia, temo si tratti di ingenuo moralismo voler opporre onestà a corruzione, anche in materia di produzione e consumo culturale.

sabato 15 ottobre 2016

Cultura o censura?

Che il cosiddetto Giornalismo Culturale meriti di essere celebrato è cosa buona e giusta, ma in realtà quando ciò accade (Festival del Giornalismo Culturalehttps://www.facebook.com/festivalgiornalismoculturale/) viene da chiedersi quali siano stati i criteri di selezione che hanno portato ad includere od escludere autori ed opere. Certamente si tratta di operazione necessaria ed in quanto tale manifestazione, lei medesima, di un processo di riflessione non banale, ma culturalmente - appunto - efficace. Tuttavia, quando dovesse risultare palese l'intento censorio, occorrerà considerare con atteggiamento critico, se non addirittura ostile, l'opzione dell'interesse arrogante e manifestamente supino a logiche di potere. Che oggi andiamo a verificare. 

venerdì 14 ottobre 2016

Quando idiozia fa rima con terapia.

La malattia è lo stato psico-fisico di un organismo che presuppone la terapia come agente della guarigione. Ammesso si conosca con ragionevole certezza l' esatta qualità del benessere esistenziale storicamente determinato, desta meraviglia come in quest'epoca di imprevedibili quanto repentine mutazioni, lo smarrimento degli individui sia così pervasivamente aggredito dall'invito a cogliere i benefici conseguenti l'applicazione di molteplici formule terapeutiche, non tutte propriamente riferite all'ordine medico-scientifico. Dall'arteterapia alla cromoterapia, dalla biblioterapia alla fototerapia - chi più ne ha più ne metta - la panacea per tutti i mali viene scandita con odiosa prosopopea e non senza interesse dagli stregoni del contemporaneo. La verità è che il male di vivere non risparmia nessuno e che l'impegno ad esercitare attivamente, quale che sia il modo, la propria creatività allevia la pena di esserci. Forse perchè tale pratica esige una seria e permanente riflessione sul rapporto con i propri simili ed il mondo circostante. Dunque, agli occhi di costoro - i terapeuti di professione - siamo tutti malati? O non, invece, sempre più alienati dal più elementare senso delle cose, che poi è quello che con semplice necessità ci vincola allo stato di natura? Infine, vale la pena di ricordare, davvero a caldo, il Gran Finale di Dario Fo, testimoniato dal figlio Jacopo.

giovedì 13 ottobre 2016

Andata e ritorno in quel che resta di un misero luogo di soggiorno.

Ci sono luoghi che appartengono alla sfera emotiva di ciascuno, spesso in maniera esclusiva. Quello, che da quasi un decennio strega il mio sguardo, si sta sgretolando e nulla resta dei passaggi nomadi che, fino a qualche mese fa, ospitava. Restano frammenti inerti e putrefatti di vita vissuta. Presto le ruspe spazzeranno via anche quelli.



martedì 11 ottobre 2016

Facebook Generation o Photo Generation?


Odor di soldi.


Si dovrà parlare di Produzione Culturale - individuale o collettiva - come Sistema, quando le norme che regolano la circolazione delle idee dipendono necessariamente dalla domanda e dall'offerta, in altre parole dal mercato. Questo speciale tipo di merce è consumato con abitudine e regolare frequenza - si pensi, come esempio di base, alla Stampa periodica - da pubblici vieppiù numerosi, grazie anche alla progressiva diffusione della tecnologia digitale, oramai dominante su tutti i fronti della comunicazione multimediale. Ed è così che anche la produzione di immagini meccaniche deve tenere conto, per raggiungere i propri destinatari, dei rapporti funzionali tipici di un Sistema. Entro questo quadro, è dato scegliere la propria identità culturale. Perciò, chiunque dia forma, per inclinazione o professione, ad un oggetto estetico - opera d'arte - entra a far parte di quello specifico mercato, subendone le regole. Ancor più in questo caso vige la legge dell'arbitrarietà nell'attribuzione di valore, ben oltre il rapporto domanda-offerta. E capita che a darne conto siano gli operatori del cosiddetto Giornalismo Culturale, mai tutti innocenti dinnanzi a palesi violazioni addirittura del semplice buon gusto. L'odore dei soldi anche qui si fa sentire. Il mio riferimento non è puramente casuale.

mercoledì 5 ottobre 2016

Confessioni di un pirla.

Le spiacevoli disavventure cui è andato incontro il Progetto SOTTOTERRA da un anno a questa parte mi sollecitano, nell'imminente soglia dei settanta, un'amara riflessione e cioè quanto valga concedere fiducia a persone che paiono esprimere segnali di simpatia nei tuoi confronti. Chi, come Giovanni Marinelli e la sua Gang della Bag Gallery di Pesaro, mostrò palese entusiasmo per la scoperta del percorso minerario - da Cabernardi (An) a Formignano (Ce) , passando per Bellisio e Perticara - sconosciuto ai suoi occhi ed alla sua mente, con una incredibile quanto repentina azione di misero plagio, si appropria dell'idea di fare memoria, attraverso un reportage fotografico, del sessantesimo anniversario della tragedia di Marcinelle (Be). Giusto quando, dopo che gli fu fatta la concreta proposta di un viaggio (12 Gennaio 2016) a Charleroi per un sopralluogo in quella terra nera di carbone e rossa di sangue, la rigettò per poi recarvicisi con il suo staff, esattamente una settimana dopo. Da quel momento costui ordì, con la potenza di fuoco di cui dispone e con la complicità supina dei suoi collaboratori, un sistematico piano di promozione del lavoro fotografico che ebbe a produrre in quel breve periodo - Gennaio-Maggio, presumo - e che sfocerà nella Mostra Fotografica al Museo del Bois du Cazier di Marcinelle prevista a partire dal 7 Ottobre. Pur nell'indignazione verso lo stile idiota rilevato nel comportamento di costui, ho buone ragioni per mettere in evidenza l'abissale differenza tra la mia e la sua Visione, dal momento che il Progetto "SOTTOTERRA. La Ville Noire sessant'anni dopo." è esibito con lusinghieri apprezzamenti nell'ambito della nota Rassegna Riminese "Rimini Fotografia d'Autunno.", già dal 23 Settembre scorso, fino al 6 Novembre prossimo. Amen. Il pirla.