Giunto a quest'età definitiva, non riesco a trattenere i vagheggiamenti della memoria, così che l'affanno della nostalgia sovente scende fino agli anni infantili per ricordare episodi di cui non conservo alcuna immagine. Fotografica, s'intende. E' più che ovvio che di allora - gli anni cinquanta del secolo scorso, per intenderci - pur essendo in vivace espansione l'utilizzo del mezzo fotografico, io non potessi contare in nessuna specie di cosciente appropriazione. Ci deve avere pensato mio padre, ma dall'archivio di famiglia sebbene escano immagini di quei tempi, il ricordo che esse evocano non corrisponde a quello che più mi sovviene: durante la precoce prima elementare solevo firmare gli album da disegno con l'aggiunta dell'aggettivo pittore. Una specie di destino, non ancora mancato, per fortuna. Giusto al cambio di millennio - nell'anno 2.000, appunto - complice il cedimento temporaneo dell'organo madre e la condizione di totale solitudine, mi sono lasciato andare con entusiasmo ad un'avventura senile che ha, con molti decenni di ritardo, avviato un processo di riappropriazione delle attitudini sepolte dal destino, portando a termine gli studi in Fotografia presso il Corso di Progettazione Digitale dell'AABB di Urbino. Il Corso di Pittura, invece, l'abbandonai prematuramente nel 1971. Son quasi due i decenni e migliaia di immagini prese, in forma tanto analogica quanto digitale, a sancire il rapporto privilegiato con il mezzo meccanico, mentre cova il desiderio di mettere mano al più presto su quanto, conservato con cura, possa diventare altro ed oltre la Fotografia. Grazie alla Fotografia.
Nessun commento:
Posta un commento