martedì 18 luglio 2017

Cose da matti.

La breve storia del medium di riproduzione tecnica del reale - la fotografia - è oggetto, oltre che di una oramai pervasiva diffusione attraverso l'utilizzo dello smartphone, pure della capillare quanto incontrollabile circolazione in Rete. E' dunque scontato, a mò di premessa, che qui ci s'intenda riferire alla traduzione numerica dell'Informazione tutta. Sui cosiddetti Social resta quanto mai aperto il dibattito sulla presunta morte della fotografia e su quanto di estetico-critico venga, addirittura giornalmente, prodotto su scala mondiale. Lasciano, dunque, il tempo che trovano le scaramucce verbali tra tutti coloro che - sottoscritto compreso - pretendano di esprimere giudizi veementi su una condizione poietica non più esclusiva, come quella del fotografo di professione, bensì rilevante soltanto sotto il profilo sociale. Sarebbe auspicabile l'utilizzo di strumenti analitici ben più pertinenti - penso, ad esempio, all'Estetica, all'Antropologia, alla Semiotica ed alla Filosofia - rispetto al pettegolezzo social in uso correntemente. Soltanto il loro consapevole uso permetterebbe si formasse una nuova generazione critica. A me non resta che tradurre in immagini ciò che penso al riguardo, senza curarmi dell'opinione di chiunque. 





















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