mercoledì 11 gennaio 2017

Fotosocial.

Non si può non riferire con precisione iconica una qualunque fotografia al luogo che rappresenta ed a quanto di umano si scorga esservi accaduto, anche se il tempo fermato dall'immagine non è che un istante tecnico denso, in misura variabile caso per caso, di menzogna e verità. Sono le finalità per cui viene prodotta e le motivazioni da cui scaturisce la qualità - non solo estetica - di ciò che rappresenta a determinarne l'utilizzo finale: in altre parole, le modalità di consumo, sia qualitativo che quantitativo. Di qui i generi, oramai non più competenza esclusiva delruolo professionale, bensì aperti al contributo di chiunque possegga già solo l'idea di intervenire fotograficamente con finalità documentarie personali o comunque narrative. Il risultato altro non è se non la ramificazione ossessiva del linguaggio per immagini, che trova nei Social Networks il principale veicolo di trasmissione, addirittura istantanea, di contenuti. Protagonista tecnologico di codesto mutamento di paradigma sociale e culturale è il cosiddetto Smartphone, frontiera tecnologica di confine tra i linguaggi visivi contemporanei in costante trasformazione ed evoluzione. Primo fra tutti quello fotogiornalistico.



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