La spudorata menzogna attraverso cui si vuol far passare un'operazione di pura compravendita per meritorio prestigio culturale (http://www.artribune.com/2016/10/italiani-in-trasferta-le-foto-di-giovanni-marinelli-a-marcinelle-per-i-60-anni-della-strage/)designa il frequente tranello cui vengono attirati anche i più prestigiosi operatori di Giornalismo Culturale da parte di ambiziosi e ben dotati - di danaro, è ovvio - predatori. Nel caso di specie, e ben oltre l'esplicito riferimento all'episodio già qui narrato (http://tempinfausti.blogspot.it/2016/10/confessioni-di-unpirla.html) e che riguarda direttamente chi scrive (http://fotoparadigmi.blogspot.it/2015/03/marcinelle-ma-belle-sont-des-mots-qui_23.html)andrebbe promossa, con rigorosa fermezza etico-morale, una puntuale risposta ai frequenti abusi di ruolo, autorità e potere nel sistema cultural-mediatico. Tuttavia, temo si tratti di ingenuo moralismo voler opporre onestà a corruzione, anche in materia di produzione e consumo culturale.
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