venerdì 4 novembre 2016

Essere social.

E'forma di esistenza anche quella di partecipare al dialogo virtuale sulla Rete - una delle modalità è quella qui adottata sotto forma di blog - tanto che il ciclo di vita assunto somiglia, in tutto e per tutto, a quello reale del faccia a faccia tra esseri viventi. La fotografia, dove il processo di digitalizzazione ne consente l'istantanea visualizzazione e trasmissione, la fa da padrone diventandone, insieme all'audio-video, la componente multimediale più diffusa. E, siccome tutti fotografano, tutti siamo fotografi,la categoria dei professionisti ha dovuto inventarsi delle forme di produzione alternative per sopravvivere come tale. Fatto sta che la fenomenologia dei comportamenti da smartphone è diventata oggetto di riflessione critica, se non autocritica, da parte di molte menti illustri. A me preme rilevare come, nell'universo dei bit in perenne fluttuazione nell'invisibilità dell'etere, i tassi di natalità e di morte seguano ritmi, per quanto originali, comunque paralleli ai battiti cardiaci, con la differenza che la traccia di sè lasciata nell'agone dei social - Facebook per tutti - oltrepassa la soglia della morte fisica. Tanto si è detto e scritto a proposito del prossimo futuro demografico della popolazione, appunto, social.

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